La storia dentro la bottiglia.

Mi porto in testa l’esigenza di scavare a fondo quelle bottiglie che mi hanno stupita.Cogliere certe presunte stravaganze della personalità dell’uomo che le ha create,evidenziabili nel vitigno o riscontrabili nel vino.                                                                  Mi serve capire i modi di farlo quel vino. Piccole o grandi vicende personali dei  vignaioli, interpretarne le parole e collocarli nel loro terroir. Arcagna, Migliarina, Galeae, Posaù, Luvaira, Pini, Giuncheo, Curli, Brae, Brunetti, Tramontina,ecc.

Torno quì ma stavolta vi racconto di  Filippo Rondelli,ovvero Terre Bianche.Dei suoi vini e del suo lavoro  approfondito e meticoloso di mappatura di queste aree storiche,  che grazie in larga parte a lui,sono riunite in un documento, vi racconto dell’associazione costituita  anche per la sua tenacia e  le sue prospettive,dapprima con cinque produttori oggi divenuti quindici.

Filippo è un uomo giovane,ma lo sguardo trasmette una saggezza ampia e una sicurezza ragionata . Inizia a raccontarmi la storia di quella terra sua da molto lontano. Racconta di un patrimonio viticolo la cui storia è parte integrante del territorio e della cultura popolare, prima ancora che del patrimonio ‘enologico’ locale e nazionale. Filippo ci tiene a fissare proprio la storia : parte da lì,elemento principale.

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” A Dolceacqua, non solo il vino Rossese, ma anche e forse ancora di più l’idea di ‘vigna’,sono legati in modo indissolubile alla cultura del luogo, un dato puntualmente rilevato e magnificato da Monelli, Soldati e Veronelli, già in tempi non sospetti: qui si parlava di zona vocata, di vigna e di vino diverso da zona a zona. Ogni singola area vitata porta un nome proprio Come ci mostra il censimento di oltre 1300 toponimi legati a vigneti nell’areale di produzione attuale.”

Mentre lo ascolto ,paradossalmente si percepisce che ha rischiato e si è esposto più di tutti per un progetto lungo e faticoso,che si è sostituito a quello che aveva intrapreso per lui. Parla con calma estrema e senza fretta ,con un ineguagliabile dinamismo intellettuale. Mi viene in mente il titolo di un libro…e quella mia esigenza è appagata (penso alla sensorialità del Bricco Arcagna soddisfatta e non vedo l’ora di riassaggiare…).

Tre anni di ricerche e indagini accurate, materiale storico consultato per un millennio a ritroso, 8.000 mappali vitati censiti manualmente sui Catasti del 1900, trascritti sui catasti attuali. Parla anche delle Menzioni Geografiche Aggiuntive (MGA) che  corrispondono a particolari zone di produzione, delimitate all’interno del territorio autorizzato dal disciplinare D.O.C., in questo caso quello del Rossese di Dolceacqua, che potremmo paragonare quasi ai ‘Cru’ francesi. Alcuni le chiamano ‘Nomeranze’ dal dialetto ligure.La zonazione e il progetto è stato approvato da quasi tutti i produttori e dalla Regione Liguria. Filippo traccia la via di un percorso per migliorare la qualità di tutti, approfondire una comune identità, per  ragionare davvero  “su chi siamo e non  scambiarci per quelli che crediamo di essere”. Intanto passeggiamo in mezzo ad Arcagna diretti verso la cantina (siamo in pieno imbottigliamento ) e afferro il concetto di” riflesso sincero e originale dell’ essenza di questi luoghi” che può sostituire in molti casi quello di vitigno in purezza . Non si perde mai il filo conduttore sull’insieme dei produttori ed è una sensazione splendida a cui non sono abituata. ” Senza l’unione tra i produttori e senza la loro interazione con gli enti, ci tengo a ribadirlo, tutto ciò non sarebbe stato possibile. La paternità dell’idea è irrilevante. Cercare elementi d’unione che permettano alla zona di crescere, è la priorità ” (cit.)

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Andiamo ad assaggiare insieme: il senso comune e la curiosa certezza che ogni bottiglia è qualcosa di unico e appartenente, mi sovrasta. Siamo unanimemente curiosi … Assaggiamo prima i bianchi con una nota fresco sapida stupenda. Sono vini guizzanti con componenti che rievocano alcune sensorialità  e idrocarburi da giovane Riesling, ma non sono assolutamente paragonabili ,ne traggo solo una nota comune.  Arcana bianco 2014 ha un tratto continentale evidente ,intenso e succoso. Naso e sorso pieno, agrumato spinto,citrino,. Vino verticale . Insieme scopriamo una nota di amido che riporta ad alcuni Sancerre. Filippo mi dice che spesso è il tratto identificativo. Procedo ed è indiscutibile che tutti i loro vini hanno una ricchezza organolettica straordinaria.

Passiamo ai rossi che stimolano la mia natura golosa, sapidi e fragranti. Con un naso che spesso parte lieve su toni di fiori,frutta, timo ,rosmarino,pino,  in bocca conferma con tannini lievi, acidità spinta e morbidezza, intraducibili, tattili. L’età media delle vigne come ho detto è circa cinquant’anni in quest’azienda che nasce nel 1870 prima di essere  ripresa dai genitori di Filippo negli anni ’80.

Il Dolceacqua Rossese Terre Bianche 2015  parte lento ,dapprima molto più vino di bocca con guizzi di succo di frutta all’albicocca, bella acidità e pepe.  Lasciato aprire il naso spicca già per eleganze raffinate .

Terre Bianche Arcana rosso,2014,mi intriga ma il loro Terrabianca 2014 persuade con note di pepe bianco,mineralità che si spostano da sapidità marine a sentori ematici leggeri,di sangue e ferro, poi frutta. Di una complessità leggiadra. Lascia ad intendere un grande potenziale di affinamento. Il 2014 è il primo anno di produzione, eccellente !

Il Rossese 2013  mi  richiede di essere atteso vista l’annata strana. Ossigenandosi mostra un carattere ed una personalità piacevole, tipica e coerente.

Filippo apre inaspettatamente il Bricco Arcagna  2007 ! La grande complessità ed intensità mi rapiscono. Questa è il mio assaggio emozionale ! Si stacca dagli altri per soffi di spezie dolci unite al pepe in grani, che virano sulla cannella e il fondente al tabacco che ho scoperto da poco. Sfuma su frutta e agrume molto meno succoso e più piccolo , più lime forse. In bocca conferma tutto senza sbavature ,lunghissimo.

Arriva quello in cui sempre spero, l’assaggio di botte,con il suo vinoso,la frutta,il fiore,il tannino…il privilegio adesso solo mio.

Ma impossibile per me non tornare sul Bricco Arcagna 2007,per concludere,per fissare… da cui mi lascio accompagnare a casa.

A presto…

Cinquini Monica

 

 

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